Le donne in gravidanza sono tra le più bisognose di trattamenti sicuri ed efficaci per l’Hiv e le co-infezioni. Tuttavia, poiché sono comunemente escluse dalla ricerca, ci sono meno probabilità di disporre di prove solide e tempestive per informare sull’uso dei farmaci.
L’obiettivo del report Ending the Evidence Gap for Women Pregnant around Hiv and co-infections: A Call to Action è cambiare le pratiche nella comunità di ricerca sull’Hiv e le co-infezioni in modo che donne, medici e responsabili politici possano prendere decisioni basate sull’evidenza sull’uso dei farmaci durante la gravidanza. Il documento è stato pubblicato dal gruppo di lavoro Pregnancy and Hiv/Aids: Seeking Equitable Study (Phases), un team internazionale e interdisciplinare di 26 esperti in bioetica, sanità pubblica, legge, ostetricia e medicina materno-infantile, pediatria, ricerca sull’Hiv, malattie infettive e farmacologia, nonché sostenitori della comunità per le donne affette da Hiv.
Le linee guida sono state presentate alla conferenza Aids 2020.
Tra le raccomandazioni contenute nel documento, la formalizzazione di una rete globale per l’advocacy, per sviluppare e condividere un portafoglio di risorse e consentire alla comunità di ricerca sull’Hiv di far progredire la ricerca necessaria con le donne in gravidanza e il design per l’inclusione, per ottimizzare le opportunità e raccogliere dati specifici sulla gravidanza.
E ancora: garantire una ricerca equa sulla salute delle donne in gravidanza, migliorare le valutazioni di sicurezza post-approvazione, contestualizzare i risultati sul rischio. Chi conduce ricerche sull’Hiv e sulle co-infezioni nelle donne in gravidanza dovrebbe anticipare possibili eventi avversi e sviluppare in modo proattivo strategie di comunicazione per contestualizzarli adeguatamente.
Di Michela Perrone